Ho conosciuto Marcello Baraghini qualche anno fa, in occasione del primo e del secondo festival della letteratura resistente, e in quel periodo, disillusa di fresco dal mondo dell’editoria italiana, le sue parole sulla grande editoria mi lasciarono folgorata, dando seguito a una lunga passione per Stampa Alternativa e per la sua storia prima e per l’autoproduzione editoriale da allora in poi.
Le critiche a Marcello non mancavano neanche allora: i suoi discorsi sulla grande editoria non si accompagnavano quasi mai a un confronto con le altre realtà editoriali critiche e inoltre nel suo catalogo non entravano sempre opere davvero resistenti — la scelta del direttore editoriale di Stampa Alternativa già allora ricadeva su qualunque oggetto letterario disturbante secondo il suo parere personale, che a volte rischiava di sforare nel populismo e nel qualunquismo a condizione di fare scalpore.
Nel catalogo c’erano libri scoop accanto ai sacri testi dell’hacking, denunce approssimative del regime cubano, saggi primitivisti, opere di santoni e memorie discutibili. Romanzi magnifici convivevano con pamphlet biliosi quanto insignificanti, ma la polemica principale verteva sull’antifascismo, perché già allora Baraghini metteva il suo personalissimo senso della letteratura alta al di sopra di qualunque valore, e per questo già allora difendeva a spada tratta la sua scelta di pubblicare Giusva Fioravanti come Marcello Gallian, "fascista della prim’ora".
Non mi sono stupita quindi della sua recente apertura a Casa Pound in quanto tale: la sua posizione a difesa della Letteratura con la L maiuscola è uguale a quella di qualche anno fa.
Il problema è che evidentemente Baraghini non si guarda attorno: dice di essere un libertario, ma non si accorge della cappa di autoritarismo crescente che ci opprime fin quasi a renderci immobili, di quell’autoritarismo che consente ai sindaci di emettere leggi speciali per limitare qualunque libertà in nome di ordine e decoro, dello stesso autoritarismo che avvicina Iannone ad Alemanno, dell’autoritarismo di Blocco studentesco a Piazza Navona.
Baraghini vede solo se stesso e la sua attività di "grande editore" e, accecato dal narcisismo, si arrabbatta in tutti i modi senza guardare in faccia a niente e a nessuno pur di far parlare di sé. Per questo mi sento di prevedere tranquillamente che nulla lo convincerà a considerare le aggressioni fasciste anche mortali in aumento, che nessuno lo dissuaderà dal legittimare la terza posizione ormai davvero trendy di Casa Pound andando a parlare agli occupanti non conformi proprio di Luciano Bianciardi (il quale si starà rivoltando nella tomba nonostante tutte le recenti esegesi bianciardologiche a opera del figlio e non solo), e che se per caso mentre si trova lì fa la conoscenza di qualche scrittore non conforme che gli va a genio, tra un po’ di tempo nel catalogo di Stampa Alternativa avremo il nuovo romanzo futurista di qualche giovane "bello e ribelle".
Dicevo che non mi stupisco, ma per indignarmi, invece, mi indigno, perché Stampa Alternativa, nata come patrimonio comune dell’underground, dovrebbe avere quantomeno un nome da difendere, un nome che ha fatto la storia di molte lotte in questo paese e che non dovrebbe andare sprecato a causa degli exploit narcisistici di un editore sempre a caccia di un po’ di scalpore. Ma visto che impedirglielo non è possibile, che a nulla sono servite le decine di commenti critici e maturi se non a farlo trincerare dietro posizioni ancora più individualistiche e puerili, io penso che sia venuto il momento di rivendicare Stampa Alternativa, smettendo di comprare i libri marchiati Nuovi Equilibri e prodotti sotto la direzione di Marcello Baraghini e riprendendoci le opere del catalogo di Stampa Alternativa a cui più teniamo, scansendole ove non siano liberamente scaricabili e restituendole al pubblico dominio grazie alle mirabili tecnologie informatiche a nostra disposizione nel terzo millennio.
6 responses to “Nuovi equilibri(smi) del terzo millennio”
tutto e’ bene quel che finisce bene 🙂
marcello ha ufficialmente cancellato l’incontro: http://www.riaprireilfuoco.org/blog/?p=229
Qui http://firmiamo.it/lettera-aperta-baraghini il testo della lettera aperta a Marcello Baraghini, qui invece http://firmiamo.it/…ion/lettera-aperta-baraghini la possibilità di firmarla. facciamolo in molti.
Triste storia!
Ho aggiunto il mio “pezzo di narrazione” qui:
http://tinyurl.com/58o7fc
azz, non sapevo dell’avvicinamento e mo mi informo.
però però.
gliene hai cantate due o tre eh?
io, la tua spacciatrice ufficiale di musica, che si accinge ad ascoltare il programma della geniale Miss R. dalla quale io stessa ho attinto e spero di rubare ancora…ma questa minaccia a me, che sono così indifesa?
nell’ordine sto:
preparando un video per spin magazine che vogliono vedere che so fare
traslocando da lucia
vedi tu…;)))))
Non saprei che cos’altro aggiungere se non che provo, da oggi, un dolore in più. E devo rispettarlo, questo dolore, averne cura e trasformarlo. Dargli un’altra forma. Perché le parole sono pietre, caspita. Pietre. A presto.
Spiace per Marcello ed hai ragione: non confondiamo il patimonio collettivo di Stampa Alternativa con il narcisismo culturale di Marcello Baraghini. Peccato proprio,da lui avevo conosciuto Zerzan.