1. Oggi pranzo comunardo sui colli berici.
2. Nell’orto proliferano zucca e menta, oltre a varie altre cose.
3. Non essendo andata in vacanza quest’estate, e non andandoci in realtà da molto tempo, ricordavo con un filo di nostalgia l’ultima vacanza veramente a fare un cazzo quando con Mrs. A abbiamo piazzato una tenda abusiva su una spiaggia eoliana e lo sapevano tutti tranne il vigile urbano.
Risultato: cercando una ricetta salata e facilmente trasportabile da portare al pranzo comunardo, e cercandola possibilmente a base di zucca, mi sono lasciata attrarre dopo tanto tempo da questo libro fantastico, che assieme alle ricette eoliane (e quelle da sole bastano sempre) ti racconta le storie raccontate dai vecchi isolani assieme alla ricetta. Sapevo che la zucca in agrodolce è una ricetta siciliana, ma a dire il vero dubitavo che tra le ricette eoliane ce ne fossero con la zucca.
E infatti ecco cosa dice questo famoso libro, proprio in corrispondenza della ricetta che alla fine ho scelto, la Cucuzza ‘i mala razza friùta c’â menta (“zucca fritta con menta”), riguardo alle zucche:
Le zucche, si sa, hanno bisogno di molta acqua per crescere e data la penuria di pioggia e la secchezza dei terreni vulcanici, si dovrebbe supporre che piantare zucche nelle Eolie sia un’avventura sconsiderata. Eppure ricette isolane che hanno per protagonista la cucuzza ‘i mala razza ne esistono diverse. Come si riuscisse a coltivarla quando non esistevano i rifornimenti di acqua via mare è un mistero che non siamo riusciti a risolvere. Né noi, né gli isolani a cui abbiamo posto il quesito. Sappiamo solo che quelle che cucinava Eugenia Matarazzo a Lipari crescevano nel suo orto. Con amorevoli cure.
E per finire, la ricetta:
Per 4 persone
1/2 bicchiere di aceto; 50 foglie di menta; 800 g di zucca gialla d’inverno (comunque un tipo di zucca molto compatta e asciutta, come per esempio la Marina di Chioggia); 1/2 bicchiere di olio d’oliva per friggere; sale.
Versate l’aceto in una tazza, unitevi le foglie intere di menta, sbattete bene con un cucchiaino e lasciate riposare. A parte pulite la zucca dalla buccia, dai semi e dai filamenti interni e tagliatela a fettine dello spessore di circa mezzo centimetro. Scaldate bene l’olio e deponetevi a soffriggere le fette di zucca lasciando cadere il sale mentre stanno rosolando. Friggete poche fette per volta per non far scendere la temperatura dell’olio e giratele sottosopra un paio di volte. Quando saranno tenere e dorate scolatele con una schiumarola e lasciatele per un attimo sulla carta da cucina, prima da un lato e poi dall’altro. Facendo attenzione a non romperle (sono molto fragili) trasferitele immediatamente in un piatto di portata scaldato, salatele e versatevi l’aceto facendo in modo che su ogni fettina si vengano a trovare due o tre foglioline di menta. Si possono servire calde o tiepide, ma anche fredde sono buonissime.
Esiste anche la versione all’agrodolce: basta aggiungere un paio di cucchiai di zucchero all’aceto, prima di mescolarlo alla menta.
2 responses to “cucuzza ‘i mala razza friùta c’â menta”
ehila’!
culinario, letterario e non solo 🙂
benvenuto
Ah! Ma allora il tuo è un blog letterario-culinario!
Me lo guarderò con calma e tranquillità, ma solo se tu darai un okkio al mio (ssseeèh! figurati! con tutte le cose che tieni da fa’…)
Credo che le zucche crescessero bene sulle Eolie anche prima dei rifornimenti di acqua perché chi le coltivava ci credeva. L’agricoltura è anche un fatto di fede. Prima della “rivoluzione verde” per coltivare ci voleva un sacco di fatica, sudore e disciplina. Quindi il contadino “doveva” crederci. O erano cazzi…
Un bacio
M.