i traduttori sono pagati male e traducono peggio


Era una frase che mi aveva convinto subito, appena l’avevo sentita durante una lezione, e non ricordavo bene, ma mi pareva che fosse stata attribuita a Gramsci. Credevo che per trovare la fonte avrei faticato molto di più, invece ieri l’ho ritrovata, arricchita dal suo contesto, senza che neanche la stessi cercando.

Cara Tatiana,

[…]

Avevo già letto un articolo dell’editore Formiggini a proposito delle cattive traduzioni e delle proposte fatte per ovviare a questa epidemia. Uno scrittore avendo addirittura proposto di rendere responsabili penalmente gli editori per gli spropositi stampati da loro, il Formiggini rispondeva minacciando di chiudere bottega perché anche il più scrupoloso editore non può evitare di stampar strafalcioni, e con molto spirito vedeva già una guardia di P.S. presentarsi a lui e dirgli: «Si levasse e venisse con mia in Questura. Dovesse rispondere di oltraggio alla lingua italiana!» […] La quistione è complessa e non sarà risolta. I traduttori sono pagati male e traducono peggio. Nel 1921 mi sono rivolto alla rappresentanza italiana della Società degli autori francesi per avere il permesso di pubblicare in appendice un romanzo. Per 1000 lire ottenni il permesso e la traduzione fatta da un tale che era avvocato. L’ufficio si presentava così bene e l’avvocato-traduttore sembrava essere un uomo del mestiere e così mandai la copia in tipografia perché si stampasse il materiale di 10 appendici da tener sempre pronte. Però la notte prima dell’inizio della pubblicazione volli, per scrupolo, controllare e mi feci portare le bozze di stampa. Dopo poche righe feci un salto: trovai che su una montagna c’era un gran bastimento. Non si trattava del monte Ararat e quindi dell’arca di Noè, ma di una montagna svizzera e di un grande albergo. La traduzione era tutta così: «Morceau de roi» era tradotto «pezzettino di re», «goujat!» «pesciolino!» e così via, in modo ancor più umoristico. Alla mia protesta, l’ufficio abbuonò 300 lire per rifare la traduzione e indennizzare la composizione perduta, ma il bello fu che quando l’avvocato-traduttore ebbe in mano le 700 lire residue che doveva consegnare al principale, se ne scappò a Vienna con una ragazza. Finora almeno le traduzioni dei classici erano almeno fatte con cura e scrupolo, se non sempre con eleganza. Adesso anche in questo campo avvengono cose strabilianti. Per una collezione quasi nazionale (lo Stato ha dato un sussidio di 100.000 lire) di classici greci e latini, la traduzione della «Germania» di Tacito è stata affidata a… Marinetti, che d’altronde è laureato in lettere alla Sorbona. Ho letto in una rivista un registro delle pacchianerie scritte da Marinetti, la cui traduzione è stata molto lodata dai… giornalisti. «Exigere plagas» (esaminare le ferite) è tradotto: «esigere le piaghe» e mi pare che basti: uno studente del liceo si accorgerebbe che è una bestialità insensata.

Lettera di Antonio Gramsci a Tatiana Schucht, 26 agosto 1929


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