Sto pian piano uscendo dal vortice lavorativo: la consegna dell’orrido libro è in dirittura d’arrivo e anche se non andrò in vacanza, comincio già a sentirmi una donna libera. In realtà oltre a occuparmi dell’orrido libro sono riuscita anche ad angosciarmi e a tormentarmi a livelli di ossessioni paranoiche per la china presa dall’autoritarismo, dal fascismo e dal razzismo italiani senza riuscire più di tanto a elaborare perché l’urgenza della consegna della traduzione non mi lasciava liberi tanti neuroni. Soprattutto non sono riuscita a scriverne, ma per fortuna altr* sono più lucid* di me (1 – 2 – 3), basta dare un’occhiata a diversi blog di NoBlogs, tra cui alcuni linkati qui in basso.
Nel frattempo, però, sta iniziando l’estate, e l’orto va avanti emergenze o meno. Una delle prime cose che sto raccogliendo è l’indivia, che ho seminato verso marzo e ora già bisogna raccogliere sennò fiorisce. Ne ho approfittato per preparare una ricetta tipica napoletana che aspettava solo la maturazione delle piantine: la pizza di scarola in versione vegetariana senza strutto o acciughe.
Ingredienti
per la pasta: 500 g farina – 1 cubetto di lievito di birra – 150 g. burro/margarina – 1 cucchiaio olio – pepe – sale – acqua tiepida.
Ingredienti per il ripieno: 4 fasci scarola mondata – 1 spicchio d’aglio – 50 g capperi – 100 g olive nere di Gaeta – 3 cucchiai d’olio – sale q.b.
La pasta va preparata come si prepara il pane, impastando gli ingredienti tutti assieme dopo aver diluito il lievito con l’acqua tiepida ed eventualmente con un pizzico di zucchero. Visto che mia zia ha fatto la follia di regalarmi il diabolico bimby, per chi ce l’ha posso dire che nel boccale ho inserito per prima cosa 300 cc d’acqua, il cucchiaio d’olio e il lievito (5 sec. vel. 6) e poi la farina, il sale, il pepe e il burro (30 sec. vel 6 e poi 1 min. vel. spiga). Quando la pasta è pronta, si lascia lievitare un’oretta.
Nel frattempo si lava la scarola, si separano le foglie e si cuoce a fuoco lento in una padella (possibilmente di ferro) dove si è precedentemente fatto soffriggere nell’olio uno spicchio d’aglio (da togliere quando è dorato). Si aggiungono poco sale, le olive snocciolate e i capperi e si lascia cuocere finché la verdura non è morbida.
Quando la pasta è cresciuta, si divide in due porzioni ineguali e con la più grande si fodera una teglia unta con burro o margarina; sulla pasta si sparge la
scarola che andrà infine coperta con l’altro pezzo di pasta. Il tutto va cotto a 200 °C per 45 minuti. Da mangiare fredda, si conserva per diversi giorni (sempre se dura).
2 responses to “pasta di pane 3 — pizza di scarola”
Consiglio numero 4
i pinoli – ottima aggiunta! – sono più buoni se li tosti rapidamente nella padella, di ferro se c’è, senza olio o altro. Ma poco, li tosti, giusto quell’attimo che invece che candidi sono appena appena colorati, diciamo ecru o dorati.
Consiglio numero 5
L’uvetta è taaaanto più buona se la fai rinvenire non nell’acqua tiepida, che sono brav tutt, ma nell’acqua che la scarola dovrebbe aver lasciato cottura facendo. Altrimenti ciccia, acqua tiepida va bene uguale. Ma strizzala un po’.
Consiglio numero 6
I consigli lasciano il tempo che trovano 🙂 ma la mi’ nonna ci metteva anche un pugnetto di olive nere di quelle al forno.
ma brava!
consiglio numero 1
aggiungere pinoli e uvette soprattutto nella versione veggie vanno alla grande.
consiglio numero 2
perchè si mantenga morbida la pasta deve essere avvolta ancora calda in un panno da cucina
consiglio numero 3
mo che finisci ci vediamo
baci