Non tutti gli uomini sognano allo stesso modo.
Ci sono quelli che sognano di notte nei recessi delle loro menti
e si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è passato invano.
Sono uomini pericolosi, invece, quelli che sognano di giorno,
poiché ad essi è dato vivere i sogni a occhi aperti e far sì che si avverino.
T.E.Lawrence (da una locandina di Stampa Alternativa)
Dopo vari giorni di abbattimento e di cupe riflessioni sul fulmineo
cambiamento antropologico che ha soffiato via come un fuscello la scarsa defascistificazione
attuata sessant’anni fa in questo paese facendo dubitare che in Italia
sia mai stato istituito il reato di apologia del fascismo sia nei
movimenti giovanili che nelle forze dell’ordine, dopo giorni di
sfiducia, delusione e immagini di emigrazione più o meno coatta, stamattina ho acceso il
computer pronta a un’altra giornata di fatica emotiva e invece ho trovato una
mail di Pralina che annunciava la decisione di Marcello Baraghini di
non andare a Casa Pound. Non perché abbia cambiato idea lui, ma perché
una "levata di scudi, più o meno motivata" ha pregiudicato
"addirittura l’esistenza della casa editrice".
Ho provato un attimo di smarrimento: non mi era mai capitato di indignarmi, provare a reagire a una cosa che trovavo profondamente ingiusta e finire anche per ottenere l’effetto desiderato. Ora diciamolo, l’effetto sarebbe proprio desiderato se Marcello si leggesse anche solo qualcuno dei commenti ai suoi post, capisse veramente con chi stava avendo a che fare e ci stupisse tutti cambiando idea, smettendo di sentirsi "un po’ meno libero" come dice di sentirsi adesso e sentendosi invece nuovamente orgoglioso, orgoglioso di essere circondato da un pubblico di lettrici e lettori che lo hanno seguito negli anni e che non volevano perderlo ora, per essersi fidato del lupo cattivo travestito da avvenente cacciatore.
Ma intanto va bene così: io credo che questa sia una vittoria, non tanto perché Baraghini è stato dissuaso dal coltivare le sue nuove frequentazioni, quanto perché un buon numero di antifasciste e di antifascisti ha dato prova di sapersi mobilitare in tempo per prevenire un ulteriore peggioramento della già cupa situazione italiana. Magari le cose andassero più spesso così.
One response to “Un pubblico davvero resistente”
Come ti scrivevo in http://reginazabo.noblogs.org/…ovi-equilibri-smi “provo, da oggi, un dolore in più. E devo rispettarlo, questo dolore, averne cura e trasformarlo. Dargli un’altra forma.” Sono felice, felice di averlo rispettato, di averne avuto cura e di averlo trasformato non da sola ma insieme a tutt* voi/noi, anche se con lunghe discussioni (anzi, _grazie_ a lunghe discussioni). Fa freddo ma comincio a scaldarmi il cuore. Bacio.