È passato più di un mese dall’ultimo post, ma non sono stata con le mani in mano. Un progetto è sfumato perché ornella
ha proprio ragione: quelli che contano in editoria hanno la tendenza a
non rispondere nemmeno per dire "stronza, la tua idea non mi
interessa", e quelli che vogliono fare carriera imparano in poco tempo
a imitare quelli che contano. Ma presto vi raccontero’ altri progetti
che invece stanno andando avanti (anche perché non prevedono il
beneplacito dell’intellighenzia nazionale e possono essere autoprodotti
e rilasciati sotto licenze libere, a dimostrare come sempre che una
cultura davvero resistente e creativa si puo’ proporre solo autoproducendola o quasi)
Nel frattempo l’orto invernale si è più volte coperto di neve, e solo qualche verza e i broccoli fiolari, autoctoni, sono sopravvissuti al colpo, mentre broccoli, cavolfiori e tutto il resto sono marciti e i cavoletti di Bruxelles sono rimasti rachitici. Però nel frattempo è nato il gruppo d’acquisto solidale No Dal Molin e da qualche mese riesco stranamente a interagire con quella realtà, sarà che sulle arance e sull’insalata si tende a gerarchizzare di meno le decisioni, sarà che queste decisioni le prendo meno a cuore. Con il GAS abbiamo fatto un ordine di arance e limoni siciliani e io mi sono sbizzarrita in vari modi preparando marmellate, limoncello e il ratafià d’arancia, un liquore semplicissimo da preparare che, ammettiamolo, è fin troppo leggero, ma magari riducendo la dose di arance o usandone di meno dolci delle mie si può intensificare un po’.
Ingredienti: per un litro di grappa, tre arance biologiche, cannella in bastoncini, due etti e mezzo di zucchero.
Togliete la scorza alle arance, tagliandola a spirale e facendo attenzione a non intaccare la pellicina bianca (che è molto amara); spremete le arance e filtrate il succo. In un recipiente mettete a macerare la scorza dentro l’acquavite. A parte, versate lo zucchero nel succo d’arancia, aspettate che si sciolga e aggiungetelo all’acquavite. Chiudete il recipiente ermeticamente, quindi fate macerare almeno un mese prima di filtrare e mettere in bottiglia.
2 responses to “cronache dell’inverno 4: ratafià d’arancia”
Mannaggia al captcha! Ma serve veramente ‘sta pigna per postare i commenti sul tuo blog? E che sei? Nella top 20 dei blog più cliccati della rete?
Scherzi a parte, bentornata nel metamondo, dolcezza.
Appena metto le mie adunche grinfie su tre arance bio provo a fa’ ‘sto ratafià.
Come và là, adesso? E’ finalmente giunta la primavera?
Viva la libertà!
Soprattutto la mia.
bentronata reginella!
anch’io ho improvvisamente un evro e proprio agrumeto in casa, dunque grazie: questa dritta è una svolta :)!
adoro il ratafià, ma ero straconvinta fosse una prelibatezza tipicamente nostrana (abruzzese)! basci!
la compagna d.