Cronache dell’autunno: paura e sottoli


Sarà che quando l’ho letto avevo appena preparato l’orto per l’inverno, aggiungendo uno strato di paglia all’orto, e riparando l’unico carciofo
sopravvissuto alla calura agostana con una cassetta forata capovolta e un telo
di plastica ben teso in modo che la pianta respiri ma non venga uccisa dalla brina che immancabilmente si poserà dappertutto nei prossimi mesi.

Sarà che prima di procedere alla copertura avevo estirpato le ultime piante di pomodori e melanzane e me ne ero tornata in cucina
con un bel mazzetto di basilico, qualche pomodoro
verde da lasciar maturare con calma e un paio di chiletti di melanzane, oltre ai primi topinambur della stagione.

Sarà… ma uno degli ultimi post di Nicola, con la sua lucidissima capacità di collegare la paura ai sottoli, ai rifiuti e a molte altre riflessioni che portano dritte al Babau, è stato una bella fonte d’ispirazione.

Così, dopo aver dato gli ultimi ritocchi all’impaginato delle cartoline che giovedì prossimo saranno presentate a Lucca Comics, mi sono dedicata alle ultime conserve dell’inverno, preparando un po’ di pesto da congelare e diversi vasetti di melanzane sott’olio alla faccia della paura che ci impedisce di creare le cose da soli e ci fa rimediare con i vasetti del supermercato!

Quanto ai topinambur, facilissimi da coltivare e reperibili lungo qualunque corso d’acqua, sono deliziosi marinati: tagliati sottili sottili e lasciati per 6 ore a macerare con limone e sale prima di essere serviti su gustosi crostini.

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2 responses to “Cronache dell’autunno: paura e sottoli”

  1. I topinabur sono stupendi.
    Senza fare niente rendono un sacco ed i fiori sono bellissimi.
    Grazie della dritta per la marinata… nè ho talmente tanti che non sapevo più come cucinarli 😉